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al testo di Gil
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a me stesso
Dove vado tra questa morte che avanza ed il nulla che mi precede?
Fosco è il grido che oscuro non vede il precario respiro di ogni sostanza
e costruisce prigioni d'inutile dolore, ferisce con lama di parola affilata, innalza spesse cortine di rancore, tradisce il non detto con voce sguaiata.
Non resta che il rimpianto di un'antica innocenza, quando vi era ancora l'incanto all'ombra di una remota credenza.
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